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Mercoledì, 21 Settembre 2016 15:07

Matera ieri

Il fascino di Matera è legato in primo luogo alle sue origini molto antiche. Sulla Murgia materana sono visibili, ancora oggi, diverse tracce di villaggi trincerati risalenti a circa 10.000 anni fa.
Fu il senatore materano Domenico Ridola ad effettuare i primi importanti ritrovamenti di reperti archeologici del paleolitico, del neolitico e dell’età del bronzo (pietre levigate, ossa lavorate, sepolcreti a cremazione) oggi conservati ed esposti nel museo nazionale archeologico a lui dedicato.
Nel corso dei secoli Matera è stata invasa da numerosi popoli stranieri ( i Goti, i Longobardi, i Saraceni, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi). Ma tra gli eventi più cruenti e sanguinosi della storia cittadina, ancora oggi si narra della ribellione del popolo materano alla tirannia del conte Giancarlo Tramontano, colui che fece costruire il castello a tre torri circolari, tuttora ben visibile, in posizione dominante sulla città.
I Sassi di Matera sono stati da sempre abitati da gente prevalentemente povera e il forte incremento della popolazione che si registrò a partire dal XIX secolo, comportò il drammatico peggioramento delle condizioni di miseria e igenico-sanitarie, tanto che nel 1948 Matera si macchiò dell’appellativo di ‘vergogna d’Italia’. Il libro-denuncia di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli” segnò positivamente il destino della città, poiché attirò per la prima volta l’attenzione del mondo intellettuale e politico su Matera
Fu con questo atto di denuncia che il governo varò la legge De Gasperi del 1952, ordinando lo sfollamento dei due Sassi. Dopo circa un trentennio, fu emanata una seconda legge finalizzata al recupero e alla valorizzazione del paesaggio rupestre. Da allora i Sassi di Matera sono gradualmente tornati a vivere, offrendo oggi al visitatore la possibilità di alloggiare in uno dei tanti hotel e B&B disseminati nei due rioni e di gustare i piatti tipici nei caratteristici ristorantini.
In questo contesto, per meglio apprendere lo stile di vita e lo spirito di sacrificio che hanno contraddistinto gli abitanti dei Sassi, è opportuno visitare gli ambienti della casa-grotta, la tipica abitazione della civiltà contadina, arredata con gli utensili del tempo e abitata fin circa agli anni 60.

Mercoledì, 21 Settembre 2016 15:06

Matera

Meglio nota come città dei Sassi, Matera rientra nel ventaglio delle località più antiche al mondo, in grado di emozionare con la sua unicità e le sue innumerevoli peculiarità.
Nel 1993 i Sassi di Matera sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, e il 17 ottobre 2014 la città si è fregiata di un altro importante titolo: Capitale Europea della Cultura per il 2019. Un prestigioso riconoscimento che si può visibilmente comprendere solo se ci si immerge in questa piccola e caratteristica realtà, a partire, naturalmente, dagli ormai famosi Sassi.  
Ma cosa sono i Sassi di Matera?
Immaginate davanti a voi due rioni o avvallamenti, che prendono il nome di Sasso Caveoso e Sasso Barisano, costituiti da migliaia di abitazioni scavate nella tenera roccia calcarenitica. Al centro è collocata la Civita, l’antico nucleo urbano, sulla cui sommità svetta la duecentesca Cattedrale, la chiesa madre di Matera, dedicata ai due santi patroni della città (Sant’Eustachio e Maria SS. della Bruna).
Addentrarsi nei Sassi è un po’ come compiere un viaggio indietro nel tempo per cogliere, in primis, la straordinaria capacità che ha avuto da sempre l’uomo nell’adattarsi all’ambiente circostante.
Questo paesaggio rupestre, divenuto ormai paesaggio culturale, consente, altresì, di scoprire gli innumerevoli vicoli, i panorami mozzafiato, i vicinati, le cisterne, gli antichi forni, le chiese rupestri e i secolari affreschi custoditi al loro interno, nonché la tradizione artigianale e la tipica cucina materana, fatta di piatti poveri ma genuini.
Tuttavia Matera non è solo Sassi, è anche storia e architettura che ha visto passare grandi personaggi tra cui Giovanni Pascoli e lo scrittore Carlo Levi che col suo romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, ha portato alla ribalta una città per lungo tempo completamente abbandonata.
Ricco di fascino e altrettanto interessante è l’aspetto folkloristico della città. Visitare Matera il 2 luglio equivale a diventare spettatori della caratteristica festa patronale celebrata in onore di Maria SS. della Bruna, una ricorrenza che affonda le sue radici nel XIV secolo e che per i materani rappresenta il giorno più lungo dell’anno, un giorno atteso con grande trepidazione . Il momento clou della festa è rappresentato dalla sfilata del grande carro trionfale, interamente realizzato in cartapesta e trainato da muli. Il carro, dedicato alla santa protettrice,  percorre le vie principali del centro storico presieduto da un centinaio di cavalieri vestiti con abiti sfarzosi, per poi giungere fino in piazza Vittorio Veneto dove viene completamente distrutto dalla folla che di ogni pezzo ne farà un prezioso ricordo.

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